Ognuno nel mondo ha uno scopo, un lavoro
È strano sia nato per stare da solo
Se cerchi tra i prati, tra strade, sul molo
Avrai anche tu il tuo ramo d’alloro
Perdersi è cosa che capita spesso
Seguendo le luci dei fuochi di paglia
Rinchiudersi soli specchiandosi un cesso
Sentendosi cosa che nessuno si piglia
Tempeste di sabbia, tifoni violenti
Rispecchiano appieno il buio del cuore
Adesso mi vedi, fratello mi senti?
Gli occhi d’intorno non senton dolore.
È questo il momento di stendere tutto
Di chiudere gli occhi inspirando la luce
Le membra in tensione riprendono pace
Espellere il buio sfociato in un rutto
Ed ecco il sorriso che smorfia le labbra,
Il caldo s’irradia partendo dal cuore
S’è persa ogni traccia di ciò ch’era lebbra
E tu finalmente ritorni il tuo fiore
Così tanti fiori nel campo, non vaso
Vorrei ritrovarli, petali al vento
Invece finiscon, riposo tra il raso
Travolti da effimero, vuoto tormento.
Si affibbian le colpe con facce da strazio
Gestendo le marce di pecore in coda
Sia prima attenzione, non dopo che roda
Quando lo chiedon, dona il tuo spazio.
Dopo i moti del sessantotto
D’ogni dovere s’è fatto un fagotto
Sudare è vergogna, bandiere al diritto
Senza coscienza d’aver e diritto.
Così son cresciuti i moderni “papini”
Nel mondo dei grandi, restati bambini
Dove la lotta con sacrificio
È videogioco, non dà beneficio
La scuola è un parcheggio, passaggio obbligato
Così ho più tempo, che li sia lasciato
Legali già pronti, se viene bocciato
Un’onta al mio onore, sarà vendicato
Così non s’insegna il sapersi rialzare
Ma solo a pretendere ciò che si vede
Si perde di vista il lottar se si crede
E qualche volta il lasciarsi spiazzare
Questa è la vita che porgo ai miei figli
Piegando la schiena pel loro futuro
La vita è anche sterco, non è solo gigli
A volte si picchia la faccia sul muro
Ora: Ci si trova troppo spesso ad osservare genitori impegnati a tutelare, oltre il limite del buon senso, i propri figli contro chiunque ponga degli ostacoli. Ogni intoppo non è spunto di confronto e crescita, i genitori tendono a prenderlo come affronto personale al loro “regno genitoriale” del tutto incuranti del bene dei propri figli, ai quali ogni tanto giova una bella musata contro un ostacolo sottovalutato. C’è da rifletterci.